Continuando il discorso sulle aritmie, in questo articolo parleremo di battiti e ritmi ectopici. Con tale termine si intendono gli impulsi che si formano in punti del sistema di conduzione o del miocardio di lavoro diversi dal nodo del seno.
Vengono suddivisi in atriali, giunzionali (nodo atrioventricolare) o ventricolari.
Al ritrovamento di un battito ectopico o di un ritmo ectopico ( tre o più battiti in sequenza ) occorre oltre a stabilirne la sede e la frequenza di scarica, valutare se si tratta di impulsi prematuri o di scappamento. I primi compaiono precocemente, prima dell’insorgenza della P sinusale, i seconda tardivamente in assenza del battito sinusale.
Vengono suddivisi in atriali, giunzionali (nodo atrioventricolare) o ventricolari.
Al ritrovamento di un battito ectopico o di un ritmo ectopico ( tre o più battiti in sequenza ) occorre oltre a stabilirne la sede e la frequenza di scarica, valutare se si tratta di impulsi prematuri o di scappamento. I primi compaiono precocemente, prima dell’insorgenza della P sinusale, i seconda tardivamente in assenza del battito sinusale.
Il meccanismo aritmogenico è completamente diverso visto che i battiti o ritmi di scappamento fungono da salvavita, perché rappresentano i segnapassi sussidiari a frequenza di scarica minore e compaiono esclusivamente in assenza di battiti con frequenza di scarica superiore ( arresti sinusali, blocchi atrioventricolari II-III°). In base alla frequenza ventricolare i ritmi ectopici possono essere differenziati in tachiaritmie e bradiaritmie.
I criteri elettrocardiografici che consentono la classificazione delle tachicardie sono rappresentate dalla durata e dalla morfologia del complesso QRS e dalla regolarità degli intervalli R-R. In particolare una tachicardia viene definita a complessi QRS stretti nel caso in cui la durata del complesso QRS sia inferiore a 70 msec nel cane e 40 msec nel gatto. In termini generali, le tachicardie a complessi QRS stressi hanno origine sopraventricolare, mentre le tachicardie a QRS klarghi originano dai ventricoli. Le tachicardie ventricolari possono essere classificate come monomorfe se tutti i complessi mostrano morfologia costante o polimorfe se i complessi QRS presentano morfologia variabile. Un ulteriore criterio elettrocardiografico è rappresentato dalla regolarità della durata degli intervalli R-R.
Una tachicardia viene definita ad intervalli R-R regolari se la durata degli intervalli R-R è costante, mentre viene definita ad intervalli R-R irregolari se la misura degli intervalli R-R è variabile.
Articolo a cura della Clinica Veterinaria Borgarello
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