I granulociti neutrofili, appartenenti alla classe dei leucociti polimorfonucleati, sono la popolazione percentualmente più rappresentata nell'ambito della linea bianca. Hanno un diametro approssimativo di 10-15µm (circa 1,5-2 volte quello dei globuli rossi di cane) ed un nucleo suddiviso in lobi (da 3 a 5) tramite indentature; la cromatina risulta addensata e tende ad assumere una colorazione viola intenso. Il citoplasma è occupato da granuli (lisosomi) contenenti sostanze antibatteriche ed enzimi idrolitici di importanza fondamentale per lo svolgimento delle loro funzioni, ma difficilmente colorabili tant'è che tali cellule risultano incolori o rosa pallido negli strisci di sangue colorati con metodi standard.
La loro distribuzione nell'organismo è classificata in 3 “pool” :
- il pool di riserva o stoccaggio (neutrofili nel midollo osseo)
- il pool circolante (nel sangue)
- il pool marginale (nei capillari)
Al contrario degli eritrociti, i leucociti non trascorrono necessariamente tutta la loro vita nel sangue, ma possono abbandonare il circolo in qualsiasi momento in risposta a stimoli detti chemiotattici. Nel midollo osseo (pool di riserva) sono presenti i precursori dei neutrofili, cellule che dopo una serie di moltiplicazioni (mitosi) e modificazioni daranno origine ai polimorfonucleati nella loro “versione” definitiva. Dal midollo, poi, passano al sangue dove permangono solo poche ore (circa 10) prima di migrare nei tessuti; questo evento è del tutto casuale (non dipende dall'età della cellula) e unidirezionale (i neutrofili, spostatisi nei tessuti, non ritorneranno nel sangue). A livello tissutale, infine, non sopravvivono più di qualche giorno, tempo che tende ad accorciarsi ulteriormente in corso di processi infiammatori. La quota che rimane nel circolo va incontro a morte programmata (apoptosi) e viene successivamente rimossa da cellule chiamate macrofagi, veri e propri “spazzini”.
Il pool di neutrofili circolanti (CNP) si può valutare con un normale prelievo di sangue mentre il pool marginale (MNP) è costituito da cellule temporaneamente trattenute nei capillari, soprattutto a livello polmonare. Questa forma di deposito è dovuta ad un vero e proprio processo meccanico ovvero alla contrapposizione tra la rigidità dei neutrofili ed il diametro molto piccolo dei capillari in cui tali cellule rimangono “incastrate”!
I neutrofili giocano un ruolo di primaria importanza nella difesa dell'organismo contro numerosi microrganismi invasori: essi sono infatti in grado di uccidere o inattivare batteri, funghi, ife o parassiti; modulare la risposta immunitaria; eliminare cellule infettate e, talora, anche “trasformate”. Per poter svolgere tale compito devono essere in grado di riconoscere i segnali dell'infiammazione ovvero del processo che si innesca in seguito ad un insulto da parte di un patogeno, abbandonare il circolo e migrare fino al sito dove sono presenti i batteri da neutralizzare. Tutto ciò è reso possibile dalla presenza, sulla superficie dei neutrofili, di molecole glicoproteiche polifunzionali, attivate solo in seguito a fenomeni di adesione cellulare quale ad esempio quella a livello dei capillari, a cui segue lo spostamento dal circolo ai tessuti e il successivo attacco al microrganismo da neutralizzare. Un ulteriore legame avviene proprio con i batteri aggressori che, sostanzialmente, in seguito a complessi processi tendono ad “inviare” specifici segnali ai neutrofili i quali li riconoscono, li legano a sé e li neutralizzano inglobandoli (fagocitosi). Dopo l'uccisione e la “digestione” del microrganismo, questi e i prodotti della sua degradazione vengono espulsi all'esterno mediante un processo detto esocitosi. Talora il risultato di tale fenomeno produce nei tessuti interessati vere e proprie lesioni, residuo dell'azione difensiva dei neutrofili.
Articolo a cura della Clinica Veterinaria Borgarello
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