venerdì 26 dicembre 2014

Dizionario Bilingue: Italiano/Gatto-Gatto/Italiano

La comunicazione è l’emissione da parte di un essere vivente (l’emittente) di un segnale che provoca una risposta da parte di un altro essere vivente (il ricevente) in modo che un vantaggio sia acquisito almeno da uno dei due…
Senza cadere in tecnicismi per lo più incomprensibili (!), basti dire che oggi circa nove milioni di gatti vivono nelle nostre case, ma sono decisamente meno le persone che possono sinceramente affermare di riuscire a “capire” e “farsi capire” fino in fondo dal proprio amico a quattro zampe. Felini si nasce, non si diventa quindi, con buona pace dei conviventi umani, bisogna arrendersi all’evidenza che l”’universo-gatto” sia un mondo poco intuitivo e, spesso, ancora ostico da esplorare per noi “bipedi”. 

gattiQuesto dizionario Sonda-Larousse, unico in Italia, è stato ideato dal dottor Jean Cuvelier, veterinario, e illustrato da Gilles Bonotaux, disegnatore di talento, amante degli animali. Le illustrazioni mettono in risalto, in modo divertente, delle situazioni con le quali tutti gli amanti dei gatti si sono confrontati almeno una volta. Rendendo gradevole la lettura, questi disegni permettono di correggere, se necessario, gli errori di comunicazione e di linguaggio che turbano le relazioni tra umani e gatti.
Ammesso che il nostro gatto sia veramente intenzionato a farsi capire da noi, auguro a tutti quantomeno una piacevole lettura!

Articolo a cura della Clinica Veterinaria Borgarello
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domenica 21 dicembre 2014

Chilotorace

La terapia medica mira alla risoluzione della patologia che ha dato origine al chilotorace. Quest'ultimo invece verrà gradualmente ridotto effettuando una serie di toracentesi ad intervalli di tempo regolari.
Può anche darsi che trattando il problema alla base del versamento chiloso, quest'ultimo vada spontaneamente incontro a risoluzione, ma per ottenere un risultato completo possono occorrere anche svariati mesi.
E’ inoltre importante tenere sotto controllo l’equilibrio idrico ed elettrolitico poiché nei cani affetti da chilotrorace è stata riscontrata la presenza di iponatriemia e ipokaliemia.
chilo
E' utile correggere la dieta e in particolare questa deve essere a ridotto apporto di lipidi poiché facilita l'assorbimento del liquido stravasato da parte della parete toracica.
Resoconti aneddotici riportano un parziale successo con la somministrazione di un composto del benzopirone, la rutina (50 mg/Kg q8h PO). I meccanismi d'azione comprendono una riduzione della fuoriuscita dai vasi sanguigni, un aumento del trasferimento di proteine dai vasi linfatici, un aumento della fagocitosi dei macrofagi del chilo, un aumento del numero di macrofagi tissutali e un aumento della proteolisi e della rimozione di proteine dai tessuti. Secondo alcuni dati preliminari si può stimare che oltre il 25% degli animali trattati con questa sostanza il versamento tende a ridursi e poi scomparire nel giro di due mesidopo l'avvio della terapia.
Trattamento chirurgico
Nei casi di chilotorace spontaneo e nei pazienti per i quali una terapia medica sarebbe troppo tardiva o inefficace è indicato il trattamento chirurgico.
Le tecniche raccomandate sono molte, ma alcune consentono una buona percentuale di successo.
Più precisamente sono state proposte :
-Legatura del dotto toracico con o senza linfangiografia;
-Shunt pleuro-addominale attivo o passivo;
-Pericardectomia;
-Pleurodesi;
-Omentalizzazione;
-Ablazione della cisterna del chilo.
La legatura del dotto toracico è la tecnica più utilizzata, e il suo successo dipende dal fatto che legando il dotto toracico si formano, in addome, delle anastomosi tra vasi linfatici e venosi, destinati a far confluire il chilo direttamente nel circolo ematico, evitando il passaggio attraverso il dotto toracico stesso. Si può eseguire con o senza linfangiografia.
La linfangiografia si esegue dopo la somministrazione (circa 2 ore prima dell' intervento) di 5-20 cc di panna per rendere più visibili i linfatici. Si pone il paziente in decubito laterale sinistro nel cane e destro nel gatto e si esegue una laparotomia paracostale. Si procede alla evidenziazione del cieco ed alla incannulazione di un linfatico. Si applica un tubo di prolungamento fissato con una sutura temporanea. Il paziente è poi trasportato in radiologia dove si procede all'iniezione di 1 ml/kg di un mezzo di contrasto jodato a 400-600 mg/J/ml, diluito a 0,5 ml/kg con fisiologica, e si scatta mentre si sta iniettando l'ultimo cc.
Si riporta quindi il paziente in sala operatoria e si esegue una toracotomia a livello del 9°-11° spazio intercostale destro nel cane e 9° sinistro nel gatto, si evidenzia il dotto dorsalmente all'aorta e lo si allaccia con filo non riassorbibile e clip metalliche. Si posiziona quindi un drenaggio toracico e si sutura per strati.
Poiché la linfangiografia è spesso molto complessa e lunga da eseguire e richiede lo spostamento del paziente, allungando notevolmente i tempi, è stata proposta la legatura enbloc di tutti i tessuti dorsali l'aorta, evitando il tronco parasimpatico.
Si è notato che in caso di chilotorace sussiste spesso ispessimento pericardico con conseguente elevazione della pressione venosa ed è stata proposta la pericardectomia subtotale sub frenica come unico trattamento o assieme alla legatura del dotto toracico.
Al momento la combinazione delle due tecniche sembra essere in grado di dare i migliori risultati in termine di percentuale di risoluzione della malattia; ciò è spiegato dal fatto che in questo modo si creano delle variazioni pressorie nelle vene toraciche o nei vasi linfatici per cui si migliora il flusso attraverso i vasi linfatici del dotto toracico.
Un'altra possibilità in ambito chirurgico è quella di creare uno shunt pleuroperitoneale tramite l'applicazione di cateteri speciali che permettono il drenaggio del liquido in eccesso dal cavo pleurico a quello peritoneale.
Una tecnica relativamente nuova consiste nell' asportazione della parete della cisterna del chilo unitamente alla legatura del dotto. Il chilo è quindi riversato nella cavità addominale e riassorbito mediante shunt diretto con le vene mesenteriche o la vena azygos.
La legatura del dotto permette la risoluzione 50-60% nei cani e nel 20-50% nei gatti. Se accompagnata dalla pericardectomia sono segnalate guarigioni nell'80-100% dei pazienti.
L'ablazione della cisterna ha una percentuale di risoluzione dell’88%.
Tuttavia oggi la terapia di elezione è quella che prevede la toracentesi ad intervalli regolari associata al trattamento con Rutina e una dieta povera di grassi.
In ogni caso, sia che il chilotorace si risolva spontaneamente, sia che si ricorra ad intervento chirurgico, il paziente dovrà essere sottoposto, per svariati anni di seguito, a periodiche visite di controllo per rilevare una possibile recidiva. La complicazione più grave e frequente di un chilotorace cronico è rappresentata dalla pleurite fibrosa. Inoltre, nei pazienti che sono stati sottoposti a ripetuti interventi di toracentesi, può insorgere uno stato di immunodepressione a causa della progressiva deplezione di linfociti cui l'organismo va incontro.
Articolo a cura della Clinica Veterinaria Borgarello     
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venerdì 12 dicembre 2014

Le Fasi del Parto


Nella cagna e nella gatta il parto si articola in tre fasi principali:
STADIO 1: è lo stadio di preparazione al parto dove si ha un principio di contrazioni uterine che termina con il rilassamento della cervice.
Durante questa fase la futura madre tende ad isolarsi, è nervosa e potrebbe assumere l’atteggiamento dello “scavare”. Alcune si mostrano inappetenti e si possono verificare episodi di vomito e diarrea. Spesso si rilevano tremori sulla superficie corporea e la temperatura inizia ad abbassarsi (sotto i 37,5°C).
Questa fase può durare 6-12 ore ma nelle primipare e nei soggetti molto nervosi può arrivare alle 24 ore.
In questa fase è bene assecondare le esigenze della femmina che potrebbe necessitare della presenza consolatoria del proprio padrone o volersi isolare completamente.
STADIO 2: è la fase di espulsione vera e propria. I feti fuoriescono in modo alternato da un corno e dall’altro. Fisiologicamente il 40% nasce in presentazione podalica (treno posteriore) mentre il 60% nasce in presentazione cefalica (testa).
Il primo elemento che si intravede dalla vulva della madre è il sacco allantoideo che contiene un liquido trasparente. La rottura di questo sacco determina la cosiddetta rottura delle acque. A partire da questo momento il primo cucciolo può impiegare dalle 3 alle 12 ore perché venga espulso.
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I cuccioli sono spesso avvolti dal sacco amniotico che la madre provvederà a rompere con i denti entro 1-2 minuti dalla nascita. Il lambimento vigoroso permette la liberazione delle narici del cucciolo dai liquidi fetali e la stimolazione cardio-vascolare della cassa toracica che facilita il primo atto respiratorio (primo grido).
A questo punto la madre reciderà con i denti il cordone ombelicale e mangerà la placenta. Tra l’espulsione di un cucciolo e l’altro passano circa 20-30 minuti ma può passare anche più tempo a seconda della situazione (massimo 4 ore).
E’ molto importante sapere che se la madre non interviene entro un minuto dall’espulsione del cucciolo è necessario che il proprietario o il veterinario che segue il parto intervenga subito. Ecco un breve vademecum su come intervenire:
1. Rompere il sacco amniotico con le dita estraendo il cucciolo;
2. Liberare subito le narici dai liquidi con carta asciutta e pipette pediatriche;
3. Recidere il cordone ombelicale con forbici sterili dopo aver praticato una legatura riassorbibile a 2-3 cm dall’addome. Disinfettare con Betadine.
4. Asciugare e strofinare vigorosamente il cucciolo soprattutto sul dorso per stimolare gli atti respiratori;
5. Una volta emesse le prime grida far attaccare il cucciolo alla mammella.
L’intera fase di espulsione può durare anche 24 ore.
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STADIO 3: coincide con l’espulsione delle placente che può avvenire con la nascita dei cuccioli o con le successive nascite.
A fine parto la cagna si tranquillizza e si dedica interamente alla prole.
Per essere sicuri che il parto sia realmente terminato si può palpare l’addome o effettuare una radiografia se la cagna/gatta si trovano in clinica.
Infine si somministra una dose di ossitocina per permettere il completo svuotamento dell’utero. Da questo momento si consiglia terapia con derivati della segale cornuta per diminuire la possibilità di emorragie post partum nei quattro giorni seguenti. Si ricorda che la perdita di lochiazioni (secreti uterini) è normale nei trenta giorni seguenti il parto.
A partire dal giorno successivo al parto si somministra inoltre un supplemento dietetico vitaminico e minerale che deve essere protratto fino allo svezzamento dei cuccioli. Questo evita infatti squilibri minerali nella madre che potrebbero aumentare l’incidenza di eclampsia puerperale: condizione patologica determinata da carenza di calcio nell’organismo che viene recuperato dalle riserve ossee e muscolari per poter essere trasferito nel latte.


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Articolo a cura della Clinica Veterinaria Borgarello
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venerdì 5 dicembre 2014

Fisiologia del Parto

L'elemento cardine dell'inizio del parto si identifica nel feto. 
A causa della crescita fetale e dell'ipossia conseguente alle dimensioni eccessive si verifica una situazione di stress nel feto stesso che provoca il rilascio ipofisario di ormone dello stress (ACTH).
Questo ormone stimola le ghiandole surrenali fetali al rilascio di corticosteroidi i quali agiscono sulla placenta determinando una diminuzione della secrezione di progesterone e un aumento del tasso di estrogeni.
ormini parto
Gli estrogeni sono i responsabili della cascata di eventi successiva:

-sensibilizzano l'utero all'ossitocina;
-aumentano la contrattilità del miometrio;
-inducono la sintesi di prostaglandine.
In particolare le prostaglandine inducono la luteolisi (rottura del corpo luteo), evento che determina una drastica caduta del tasso di progesterone a livello ematico.
Questo è il momento in cui si ha il rilascio di relaxina: ormone che provoca il rilassamento della pelvi materna e delle vie genitali femminili, condizioni determinanti per la riuscita dell'espulsione fetale.
La dilatazione della cervice induce il cosiddetto RIFLESSO DI FERGUSON: impulso nervoso che arriva all'ipotalamo materno dove determina il rilascio di ossitocina che aumenta la contrattilità del miometrio.
ormini parto 2
Circa 18-24 ore prima del parto la temperatura corporea della madre diminuisce arrivando sotto i 37,5°C. Questo evento coincide con la drastica caduta del progesterone ematico, e quando questo si trova al di sotto dei 2 ng/ml il parto ha inizio.
Il parto si articola in tre fasi consecutive: fase dilatante, fase espulsiva e fase di secondamento. 


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Articolo a cura della Clinica Veterinaria Borgarello
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