lunedì 30 giugno 2014

Proteinuria

Il termine proteinuria viene utilizzato per indicare la presenza di una quantità eccessiva di proteine nelle urine. La proteinuria non rappresenta di per sé una patologia, è piuttosto un valido indicatore diagnostico e/o prognostico nell'ambito delle patologie renali.
L'importanza di tale parametro, soprattutto in un'ottica di “prevenzione “anche molto precoce, viene oggi riconosciuta all'unanimità in ambito medico-veterinario.
In linea generale, data la facilità di raccolta del materiale e di esecuzione dei test, l'esame delle urine (striscia reattiva+esame del sedimento) dovrebbe rientrare routinariamente, insieme agli esami ematologici e biochimici, nei periodici check up di cani e gatti apparentemente sani, qualsiasi sia l'età dei soggetti.
Nello specifico, la perdita in eccesso di proteine nelle urine può essere dovuta a molteplici cause.  Stabilire una condizione di proteinuria renale persistente e significativa equivale ad ottenere un marker attendibile di malattia renale cronica ed è un'indubbia arma in più a disposizione del medico veterinario sia in un'ottica preventiva che prognostica.
Il metodo più semplice, rapido e attendibile per rilevare la presenza di proteine nelle urine è rappresentato dall'utilizzo di strisce reattive.
Qualsiasi animale, cane e gatto, indipendentemente dal sesso, dall'età, dalla razza o dalla presenza o meno di sintomi di malattia, può esser sottoposto a tale esame che, in tutti i casi, può assumere un significato preventivo d'importanza incontestabile. Al di là dei pazienti che manifestano segni di malattia sistemica, per cui si impone un'indagine diagnostica immediata, esiste una crescente casistica di soggetti apparentemente sani che manifestano solo saltuariamente segni di malattia renale cronica. Soprattutto in questi casi diventa di fondamentale importanza la diagnosi precoce ed il monitoraggio costante del soggetto, al fine di evitare il raggiungimento inaspettato di un punto critico irreversibile.
Con un piccolo gesto, quindi, si può ottenere un grande risultato nella salvaguardia della salute del nostro amico a quattro zampe: non sottovalutate, pertanto, l'importanza della prevenzione.

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sabato 28 giugno 2014

Fisiologia della Gravidanza

Nella migliore delle ipotesi l’accoppiamento naturale o l’inseminazione artificiale esita nella gravidanza. L’instaurarsi di una gravidanza dipende da molti fattori fisici e fisiologici di cui abbiamo precedentemente parlato, ma sicuramente il fattore più determinante coincide con la corretta gestione del calore della femmina a partire dalle prime manifestazioni. Per questo è sempre indicato affidarsi alle competenze di un medico veterinario operante nel settore della riproduzione dei piccoli animali.
Vediamo nel dettaglio cosa succede ad un organismo femminile durante le fasi del concepimento e dello sviluppo embrionale prima, fetale poi.
La cagna ad ogni calore ovula da 3 a 15 oociti (in media 7 cellule uovo) a seconda della taglia, infatti maggiore sarà la mole della femmina maggiore sarà il numero di oociti ovulati. Il momento di massima fertilità per la cagna non coincide con il momento dell’ovulazione, perché da questo momento in poi passeranno 48 ore perché gli oociti siano maturi e quindi fecondabili dagli spermatozoi.
La gatta ovula dopo l’accoppiamento e più si ripete più è elevata la stimolazione ormonale che porta alla liberazione di un numero di oociti maggiore.
In entrambe le specie gli oociti liberati in seguito allo scoppio del follicolo giungono a livello della tuba dove avverrà l’ incontro con gli spermatozoi: l’evento prende il nome di fertilizzazione e porta alla formazione di una nuova cellula chiamata zigote. Gli oociti non fertilizzati iniziano a degenerare dal 6° giorno dopo l’ovulazione, quindi più tardi avverrà l’inseminazione, meno oociti verranno fecondati e di conseguenza la prole sarà meno numerosa.
discesa zigote

Gli zigoti iniziano ad evolversi e a divenire organismi pluricellulari sempre più complessi e prendono il nome di blastocisti. Contemporaneamente continuano il loro percorso nelle vie genitali verso l’utero che raggiungono tra il 4° e il 6° giorno. In questo periodo le blastocisti fluttuano nelle corna uterine fino al momento dell’impianto che avviene tra il 15° e il 17° giorno post-ovulazione nella cagna e il 12°-13° giorno post-ovulazione nella gatta.
Il momento dell’impianto coincide con l’inizio della formazione di una particolare struttura che permette le connessioni materno-embrionali: la placenta. In termini anatomo-fisiologici questa struttura viene definita endotelio-coriale e zonata. Endotelio-coriale poiché la comunicazione tra madre e feto avviene esattamente tra la parete dei vasi sanguigni materni (endotelio-) e i tessuti del feto (-coriale); zonata invece perché si dispone ad “anello” intorno alla parete interna dell’utero.
placenta zonata
La funzione della placenta è quella di protezione nei confronti del feto, gli conferisce il nutrimento necessario per la sopravvivenza, catabolizza le sostanze di scarto del feto, permette un certo grado di competenza immunitaria nel feto (anche se abbastanza scarsa), produce delle sostanze ormonali che permettono il mantenimento della gravidanza stessa.
Altri annessi fetali sono dall’interno all’esterno: il sacco vitellino (scompare presto), il sacco amniotico (a diretto contatto con il feto), l’allantoide (grossa vescicola ripiena di materiale fluido) e il corion (rivestimento più esterno).      
 
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lunedì 23 giugno 2014

Il Calore

Cani e gatti che scappano di casa alla prima occasione: basta che il proprietario si distragga un secondo ed ecco che fuggono come saette, per poi tornare stremati e distrutti dopo ore di corse per le strade.
Cagnette e gattine che improvvisamente in un certo periodo dell'anno cominciano a comportarsi in modo, come dire, insolito: iniziano a produrre strani versi vocali, si rotolano per terra, vorrebbero uscire e spesso il proprietario nota delle piccole perdite di sangue (soprattutto nella cagna, poichè la gatta con il continuo leccarsi provvede a farle scomparire subito). Tutto questo, come avrete notato, avviene con una certa ciclità nell'arco di un anno. I motivi di questi particolari comportamenti e della loro ciclica comparsa sono da ricercare nel fatto che sia nella cagna che nella gatta si ha il cosiddetto ciclo estrale (calore). Con questo termine si intendono tutti quei cambiamenti fisiologici e comportamentali che avvengono nelle femmine in periodi particolari, durante i quali si possono accoppiare.
Questo evento viene annunciato ai maschi con una serie di segnali visivi e olfattivi, in quanto la femmina è in grado di produrre degli odori particolari (detti feromoni) che vengono avvertiti dal maschio anche a distanze notevoli. Ecco spiegato il comportamento fuggitivo di alcuni cani e gatti soprattutto in determinati periodi dell'anno.
Il ciclo estrale nella cagna e nella gatta è caratterizzato dalla presenza di quattro fasi: proestro, estro, diestro, anestro.
Queste fasi si ripetono nelle due specie da noi considerate in modo diverso, infatti la gatta è “poliestrale stagionale”, mentre la cagna è “monoestrale non stagionale”.
Ciò significa che la gatta presenta più calori tra gennaio e marzo. Da questo momento in poi la frequenza dei calori diminuisce gradualmente fino ad ottobre, mese che segna l’inizio dell’anestro (assenza di calori) che termina a dicembre.
In realtà i gatti che vivono perennemente in casa possono perdere la percezione delle variazioni climatiche, per cui possono mostrare calori anche in altri periodi.
La cagna invece presenta di norma due soli calori all’anno intervallati da una lunga pausa sessuale (anestro) della durata di circa 6 mesi.
In realtà ci sono molte differenze tra razze: per esempio, il Basenji, il Boston terrier e il Dingo presentano un solo calore all’anno mentre il Pastore tedesco raggiunge i tre calori all’anno, ad intervalli di 150 giorni.
Per entrambe le specie la prima fase che segna l’inizio del calore è detta
proestro. Questa fase nella cagna è ben evidente in quanto iniziano le manifestazioni tipiche del calore ( vulva ingrossata, perdite di sangue dalla vagina etc), dove però si ha ancora il rifiuto del maschio.
Nella gatta dura molto poco e spesso non è identificabile.
Segue la fase dell’estro: è la fase del ciclo ovarico in cui la femmina accetta l’accoppiamento con il maschio.
A questo punto si avvia la fase del diestro che può coincidere con la gravidanza nel caso in cui l’accoppiamento sia andato a buon fine.
Al contrario se non si è instaurata una gravidanza, semplicemente scomparirano le tipiche manifestazioni del calore.
Dopo questa fase nella gatta inizierà il cosiddetto interestro: periodo di breve durata tra un ciclo e l’altro.
Nella cagna invece la fine del ciclo estrale è segnato dall’anestro (della durata di circa 4-6 mesi) periodo durante il quale la femmina non esercita attrazione sul maschio e non esprime sintomi di estro o di attività ovarica fino al successivo ciclo.
E' importante individuare le varie fasi del calore perchè la femmina può accoppiarsi solo in determinati giorni durante questo periodo. Infatti, nella maggior parte dei casi, il fallimento di un accoppiamento deriva proprio dalla mancata individuazione dei giorni fecondi. Per questo motivo, di fronte ad un proprietario che esprime la volontà di far riprodurre il proprio pet, noi consigliamo sempre il buon giudizio del medico veterinario.

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giovedì 19 giugno 2014

Toxoplasmosi: un Pericolo per la Donna in Gravidanza

La toxoplasmosi è sicuramente la zoonosi che più interessa la vita di tutti i giorni.  La toxoplasmosi è una zoonosi: cioè una malattia che può venire trasmessa dagli animali all’uomo, causata da Toxoplasma gondii, un microrganismo che compie il suo ciclo vitale, estremamente complesso e diverso a seconda dell’ospite, solo all'interno delle cellule.



Il parassita può colpire moltissimi animali e può trasmettersi da un animale all’altro attraverso l’alimentazione con carne infetta o con verdure contaminate.
Questo perché il gatto può eliminare il toxoplasma con le feci, in tutti gli altri animali il toxoplasma si annida a livello dei muscoli. Qualunque forma venga ingerita può dare malattia. Bisogna però dire che il soggetto che contrae la toxoplasmosi resta poi protetto per tutta la vita.
Normalmente nell’uomo la toxoplasmosi decorre in modo asintomatico o con sintomi estremamente lievi, esistono però due categorie di individui in cui l’evoluzione è estremamente pericolosa ed a volte drammatica: le persone immunodepresse e le donne in gravidanza.

Il ciclo biologico.
Il protozoo toxoplasma ha un ciclo vitale particolare e abbastanza complicato da comprendere. Nell’illustrazione potete vedere come può facilmente infettare animali e persone.



Toxoplasma copie il ciclo intestinale ed extraintestinale solo nei felini, in quanto ospiti definitivi. Per ospite definitivo si intende quello in cui il parassita si replica e viene riimmesso nell’ambiente. Tra questi, il gatto è il più importante per la sua presenza e diffusione nelle aree urbane.
Gli ospiti intermedi, dove può compiere solo un ciclo extraintestinale senza eliminazione del parassita nell'ambiente esterno sono tutti i mammiferi, uomo compreso, ed i volatili.
La localizzazione dei tachizoiti (forme a rapida replicazione) e dei bradizoiti (forme parassitarie tissutali a lenta replicazione) negli ospiti intermedi come nell'ospite definitivo avviene in vari tessuti quali muscolatura, polmone, fegato e cervello; mentre solo nel gatto, unico ospite definitivo, si formano schizonti , gameti e quindi oocisti a livello intestinale.



L’infestazione può avvenire sia con l’assunzione delle oocisti dall’ambiente che tramite l’assunzione di forme che si trovano nelle carni.
La maggior parte dei gatti si infettano tramite l'ingestione di ospiti intermedi con il parassita incistato nei loro tessuti: i piccoli roditori sono i più comuni tra questi. L'ingestione dei bradizoiti  maturi rappresenta la via di trasmissione più importante nel gatto e causa la produzione ed il rilascio di un numero di oocisti molto elevato.
Queste sono eliminate nell'ambiente esterno nella forma non sporulata (non infettante), in seguito, in condizioni ottimali di temperatura ed umidità sporulano diventando potenzialmente infettanti per tutti gli ospiti intermedi, uomo compreso.
L’oocisti sporula nell'ambiente esterno diventando infettante per l'uomo e qualsiasi ospite intermedio in circa 24 ore di tempo in condizioni ottimali o comunque entro 4 o 5 giorni. Le oocisti sono escrete per sole 1 o 2 settimane dal gatto.
Negli ospiti intermedi (uomo e mammiferi) avviene  solo la fase extraintestinale del ciclo caratterizzata solo dallo sviluppo di tachizoiti e bradizoiti.

L’infestazione può avvenire in diversi modi:

-  Per ingestione delle oocisti sporulate  che hanno contaminato alimenti come ortaggi, frutta, insalata
- Per ingestione delle oocisti contenute nelle feci di gatto (contatto con la lettiera ma solo dopo almeno  24 ore dell’emissione delle feci)
-  Per ingestione di tachizoiti o bradizoiti nelle carni crude o poco cotte di altri ospiti intermedi
- Maneggiando carni crude o poco cotte con presenza di ferite sulle mani: ingresso diretto di tachizoiti
- Congenitamente quando la madre è esposta per la prima volta all'infezione, mancando infatti una risposta immunitaria efficace, i tachizoiti possono migrare attraverso la placenta e infettare il feto a livello di vari tessuti ed in particolare a livello del SNC.

Le mosche possono essere dei vettori passivi del parassita potendo insudiciare i cibi con le feci di gatto infetto.

Contrariamente a quanto si pensa comunemente l’uomo si infetta molto raramente direttamente dal gatto solitamente l’infestazione avviene tramite le verdure crude e le carni poco cotte.

Perché si contrae raramente dal gatto?
L’infestazione dal gatto avviene tramite la pulizia della lettiera, ma le feci devono essere presenti da almeno 24 ore o residui mal lavati, inoltre i gatti che utilizzano la lettiera generalmente sono casalinghi e mangiano alimenti confezionati (non possono contrarre la malattia) e un gatto può eliminare le oocisti solo per alcuni giorni ed una sola volta nella sua vita.
Nei prossimi articoli tratteremo alcuni aspetti  che riguardano  la resistenza dell’oociste nell’ambiente e quelle che sono le precauzioni da prendere durante la  gravidanza. 
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Come Prevenire la Toxoplasmosi in Gravidanza


Torniamo a parlare di toxoplasmosi: valuteremo insieme come si contagia l’uomo, quanto è resistente l’oociste e le precauzioni per la donna in gravidanza.
Modalità di trasmissione
Attraverso i cibi
  • Ingestione di carne cruda o cotta solo in parte, specialmente di suino, ovino o selvaggina. Il ruolo della carne bovina sembra essere minore. Toccarsi la bocca dopo aver manipolato carne cruda contaminata o assaggiare le preparazioni prima o durante la cottura
  • Contaminazione di coltelli, utensili, taglieri o alimenti che sono stati in contatto con della carne cruda contaminata
  • Il latte crudo (non pastorizzato) di capra o pecora può contenere tachizoiti. E se anche i tachizoiti mal sopportano l’acidità gastrica alcune infezioni sono state descritte. Con la carne noi veniamo in contatto con i bradizoiti che sono molto più resistenti ai succhi gastrici e trasmettono l’infezione.
Attraverso l’acqua
  • Bevendo acqua contaminata contenenti le oocisti.
Altre modalità
  • Ingestione accidentale di feci di gatto. Questo può accadere se ci si tocca accidentalmente la bocca dopo aver fatto giardinaggio, pulito la lettiera del gatto, o toccato qualunque cosa sia venuta in contatto con con le oocisti sporulate.
  • Ingestione di terra contaminata.
  • Dalla madre al feto, se la donna viene in contatto con il parassita per la prima volta durante la gravidanza
  • L'inalazione di oocisti sporulate è rara ma descritta.
  • Sebbene sia molto raro, il toxoplasma si può trasmettere attraverso trasfusioni o trapianti di organi
  • In uno studio multicentrico in Norvegia ed Europa del 2000 su infestazioni in gravidanza non ne ha evidenziate per contatto diretto con il gatto.
Resistenza
Cisti tissutali:
Sono quelle forme che ingeriamo con la carne, e anche se sono meno resistenti delle oocisti ambientali non è così facile eliminarle.
  • resistenti ai succhi gastrici
  • resistenti a 1 grado per più di 3 settimane
  • Non tutte vengono distrutte a – 12 °C dipende dai ceppi di toxoplasma (dati non chiari sul congelamento/surgelamento)
  • Vengono uccise dalla salatura e affumicamento degli insaccati stagionati, non di quelli freschi o fatti in casa
  • Vengono uccise subito a 67 °C, resistono 4 minuti a 60°C (generalmente le cotture della carne durano di più)
  • Vengono uccise dai detergenti e, quindi, le mani e tutti gli utensili utilizzati per la
    preparazione di carne cruda o altri alimenti da animali devono essere puliti a fondo con acqua calda e detergente
  • La cottura a microonde non garantisce l’uccisione
Oocisti: sono quelle eliminate nelle feci dai felini, ma che non sono subito sporulate e quindi non immediatamente infettive. Servono almeno 24 ore nelle condizioni ideali.
  • Terreni umidi e sabbia per 18 mesi
  • In laboratorio: in frigorifero a 4° gradi per 54 mesi e al congelamento a – 10°C per 106 giorni
  • Cottura a 55-60 gradi resistono solo 1 – 2 minuti
  • Molto resistenti ai disinfettanti
Precauzioni
Queste misure preventive devono essere osservate principalmente dalle donne in gravidanza e da persone con il sistema immunitario indebolito.
Di interesse alimentare
  • Lavarsi bene le mani con acqua e sapone dopo qualunque attività all’aperto, specialmente prima di mangiare e di cucinare
  • Quando si prepara della carne cruda, lavare bene con sapone e acqua calda i taglieri, i lavandini, i coltelli e altri utensili che possono essere venuti in contatto con essa per evitare la contaminazione crociata con altri cibi
  • Lavarsi bene le mani con il sapone dopo aver manipolato carne cruda
  • Cuocere tutta la carne completamente. Non assaggiare la carne prima che sia completamente cotta.
  • Preferire le verdure cotte, il lavaggio abbondante o con disinfettanti non garantisce assolutamente l’eliminazione delle oocisti.
  • Evitare i latti crudi non pastorizzati
  • Evitare gli insaccati freschi (salami e salsiccie) e quelli casalinghi
  • Bere solamente acqua potabile, in casi dubbi preferire quella confezionata (viaggi)
In altri ambiti
  • Indossare i guanti quando si fa giardinaggio o qualunque altra attività che richiede di toccare la terra. I gatti, che di solito possono trasmettere i parassiti attraverso le feci, usano spesso i giardini per i loro bisogni o le aree gioco dei bambini.
  • Se si possiede un gatto, evitare che contragga la malattia: tenerlo in casa e nutrirlo con cibi industriali. I gatti si infettano mangiando prede infette o se gli viene data carne contaminata, cruda o poco cotta
  • Non portare un gatto nuovo in casa se può avere trascorso del tempo all’aperto o aver mangiato carne cruda. Evitare in particolare gatti randagi o gattini che hanno le loro abitudini
  • Assicurarsi che ci sia qualcuno in buona salute e non in gravidanza che si occupi di svuotare la lettiera del gatto. Se questo non è possibile, indossare i guanti e pulire la lettiera ogni giorno (il parassita che si trova nelle feci di gatto, impiega almeno un giorno prima di diventare infetto), lavarsi le mani e la lettiera con acqua calda e sapone una volta finito. La lettiera del gatto dovrebbe rimanere coperta quando non è usata
L'epidemia più grandi e meglio documentata della toxoplasmosi acuta nell'uomo fino ad oggi si è verificata in 110 individui a Vancouver, in Canada, nel 1995. Gli studi epidemiologici hanno chiaramente che l'epidemia era stata causata dalla contaminazione delle acque potabili con oocisti.
 
Articolo a cura della Clinica Veterinaria Borgarello
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venerdì 13 giugno 2014

Il Glaucoma Nel Gatto

Dopo aver introdotto il tema del glaucoma, approfondiamo in questo articolo il problema del glaucoma nel gatto.
Il glaucoma nel gatto tende ad avere segni più impercettibili rispetto al cane. I proprietari possono osservare, per esempio, una pupilla dilatata oppure un cambiamento di colore e anche un ingrandimento del globo, ma nessun segno di dolore o di disturbo della funzionalità visiva. Possono essere colpiti entrambi gli occhi contemporaneamente, a differenza di quanto avviene nel cane. Spesso il proprietario nota che il proprio gatto è più tranquillo di prima, ma dal momento che la condizione è più comune negli animali anziani, ciò è spesso attribuito semplicemente all’età.
In alcuni casi non esiste un’anamnesi pregressa di malattia oculare o sistemica di un certo rilievo. Tuttavia, molti gatti possono avere una lunga anamnesi di uveiti trattate con successo variabile per mesi o anche anni prima dell’insorgenza del glaucoma. Le uveiti, di origine traumatica ma anche infettiva, comportano un blocco delle vie di efflusso dell’umor acqueo con conseguente aumento della pressione intraoculare e sviluppo di glaucoma. Il glaucoma secondario è anche una caratteristica del melanoma intraoculare felino, del linfoma o dell’adenocarcinoma del corpo ciliare.
Il glaucoma primario è raro. Occasionalmente è stato osservato nei gatti Siamesi e Birmani anziani e può essere causato da un’errata direzione dell’acqueo.
L’esame clinico generale del paziente è , molto spesso, nella norma. Possono essere colpiti uno o entrambi gli occhi. La pupilla, di solito, è dilatata e il riflesso pupillare diretto è assente o lento e incompleto. Generalmente è presente una modesta congestione episclerale, difficile tuttavia da apprezzare poiché il globo è molto ben inserito nell’orbita e la porzione di sclera esposta è molto limitata. L’edema corneale è una caratteristica comune del glaucoma felino. Può essere presente un ingrandimento del globo, ma spesso è impercettibile e deve essere differenziato dall’esoftalmo. Talvolta l’aumento di dimensioni del globo può causare una cheratite da esposizione: possono essere presenti ulcere corneali e vascolarizzazione e si dovrà sempre eseguire l’esame della fluoresceina. Possono essere anche presenti segni di uveite cronica. La lente può essere catarattosa e qualche volta lussata nella camera anteriore ma questo nel gatto non sempre determina un peggioramento del glaucoma. Il fondo oculare può manifestare segni di degenerazione retinica cronica quali iperriflettenza e atrofia dei vasi retinici.
La tonometria è fondamentale per la misurazione della pressione intraoculare e la diagnosi di glaucoma: è bene misurare la pressione intraoculare in entrambi gli occhi.
Come per tutte le malattie secondarie, il trattamento iniziale è diretto alla causa sottostante. Molti gatti possono avere un’uveite cronica e, quindi, si dovrebbe indagare su quale ne sia la causa. Specifici farmaci antiglaucoma hanno meno effetto che nei cani. Poiché è insolito che i gatti vengano colpiti da glaucoma acuto grave, raramente è necessario ricorrere a un trattamento d’urgenza con agenti iperosmotici sistemici. Gli inibitori dell’anidrasi carbonica sono efficaci nel diminuire le pressioni e sono la prima scelta per la riduzione della pressione intraoculare.
La prognosi per i casi di glaucoma felino è sempre riservata. Sebbene la funzione visiva possa essere mantenuta nonostante la pressione elevata, molti gatti non sono disponibili a una frequente medicazione topica ma essa è fondamentale per il mantenimento di una pressione intraoculare accettabile e, in ogni caso, la terapia deve essere mantenuta a vita.
 
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Il Glaucoma


Glaucoma è il termine con il quale si indica un gruppo di malattie nelle quali una aumentata pressione intraoculare determina un danno al nervo ottico e alle cellule della retina. E’ una condizione dolorosa, spesso determinante cecità, ed è una malattia molto grave che può essere difficile da trattare. Esistono molte cause di glaucoma e la scelta del trattamento, spesso , dipende dalla causa, dalla durata della malattia e dal potenziale esito della funzione visiva.
Il mantenimento di una pressione intraoculare normale dipende dall’equilibrio tra la produzione e il drenaggio dell’umor acqueo. Il corpo ciliare produce l’acqueo, mentre il suo deflusso avviene attraverso l’angolo iridocorneale: una volta nell’angolo di drenaggio, l’acqueo viene assorbito nei vasi dei plessi venosi ed eliminato nelle vene di drenaggio e nelle vene episclerali.
                                    anatomia_occhio_cane
 
La maggior parte dei casi di glaucoma deriva da un alterato deflusso piuttosto che da un’eccessiva produzione di acqueo. La tonometria, ovvero la misurazione della pressione intraoculare, è fondamentale per la diagnosi, il trattamento ed il monitoraggio del glaucoma.                                  
I segni clinici del glaucoma variano a seconda delle specie animali, della causa, della velocità d’insorgenza e della durata, unitamente a quanto elevata è diventata la pressione intraoculare. Nel cane affetto da glaucoma sono frequentemente riscontrati dolore, edema corneale, congestione dei vasi episclerali e cecità, mentre nei gatti è possibile notare soltanto la pupilla dilatata.
Le cause di glaucoma si suddividono in primarie o secondarie. Sebbene sia raro, si può riscontrare anche un glaucoma congenito. Il glaucoma primario comporta un’anomalia di conformazione dell’angolo iridocorneale, ovvero l’angolo di drenaggio dell’umor acqueo. Si tratta di una malattia bilaterale, anche se può intercorrere parecchio tempo, anche anni, prima che entrambi gli occhi vengano colpiti. Il glaucoma secondario è più comunemente osservato nei cani e nei gatti: si sviluppa conseguentemente ad altre problematiche oculari che interferiscono con la circolazione e il drenaggio dell’umor acqueo.
 
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lunedì 9 giugno 2014

Gli Esami Strumentali Completano La Visita Cardiologica

Questo secondo articolo consente un' estensione dei dati di base ottenuti da una accurata anamnesi e da un esame clinico della visita cardiologica. Un radiogramma del torace, l'elettrocardiogramma, gli esami ematologici di base e quelli ematochimici e l'ecocardiografia costituiscono una parte integrante della raccolta dei dati di base utili nella valutazione del paziente con una malattia cardiovascolare. Questi esami vengono utilizzati per formulare una diagnosi diretta di alcune malattie cardiovascolari.
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ESAME DEI RADIOGRAMMI DEL TORACE
Quando l’anamnesi e l’esame obiettivo suggeriscono la possibilità di una malattia cardiovascolare, il passo da compiere per completare la raccolta dei dati base è costituito dall’esecuzione di un radiogramma del torace in proiezione latero-laterale e ventro dorsale o dorsoventrale. I radiogrammi del torace di buona qualità forniscono informazioni anatomiche e funzionali sul cuore e possono consentire di formulare una diagnosi.
ELETTROCARDIOGRAMMA A RIPOSO
L’elettrocardiogramma fornisce dati sulla frequenza e il ritmo del cuore e spesso fornisce ulteriori elementi sulla dilatazione di una cavità cardiaca, sull’equilibrio elettrolitico e sulle condizioni del miocardio.
ESAMI DI LABORATORIO
Gli esami ematologici di base e quelli ematochimici costituiscono una parte integrante della raccolta dei dati di base utili nella valutazione del paziente con una malattia cardiovascolare.
Questi esami vengono utilizzati per formulare una diagnosi diretta di alcune malattie cardiovascolari, ma risultano più spesso utili per valutare fino a che punto le condizioni del paziente siano compromesse dalla malattia cardiovascolare e nell’identificazione dei problemi che possono complicare la terapia o influenzare la prognosi della malattia principale.
ECOCARDIOGRAFIA
L’ecografia è un sistema di indagine diagnostica per immagini, che non utilizza radiazioni ionizzanti, ma ultrasuoni e si basa sul principio dell’emissione di eco e della trasmissione delle onde ultrasoniche. rxQuesta tecnica è utilizzata di routine in ambito internistico e chirurgico. Oggi l’ecografia è considerato un esame di base, e solo in momenti successivi , di solito, si ricorre a tecniche diagnostiche più complesse come la TAC e/o la risonanza magnetica , più costose e che richiedono l’anestesia generale dell’animale.
Non è prevista anestesia e solo in rari casi si esegue una leggera sedazione; quindi anche i pazienti in condizioni critiche possono essere sottoposti all’esame.
CONCLUSIONI
Siamo giunti alla fine del percorso e possiamo sederci al tavolo e fare le nostre conclusioni: una diagnosi con l'appropriata terapia. Non in tutti i casi è necessario eseguire tutti questi passaggi ma la valutazione deve essere fatta ogni volta dal medico curante.
    
 
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La Visita Cardiologica

In cardiologia l’anamnesi e l’esame clinico rimangono di fondamentale importanza per una diagnosi corretta. L’anamnesi attenta e l’esame clinico accurato indirizzano lo specialista ad ipotizzare la presenza di una malattia cardiaca, mentre i risultati dell’esame fisico dell’apparato cardiovascolare consentiranno di formulare un’ipotesi diagnostica o di elaborare una diagnosi differenziale specifica.
L’anamnesi e l’esame clinico, infine, forniscono informazioni importanti relative allo stadio della malattia cardiaca in atto, dal quale possono derivare importanti modifiche alla strategia terapeutica.
L'anamnesi e il segnalamento possono consentire al veterinario di ridurre consistentemente l'elenco delle possibili diagnosi differenziali.
 
SEGNALAMENTO
  • Età
Gli animali giovani di solito presentano patologie cardiache congenite, mentre le malattie cardiache acquisite e le patologie neoplastiche sono più frequenti negli animali anziani.
  • Razza
    
I gatti siamesi sono più suscettibili allo sviluppo di cardiomiopatie.
  • Sesso
I maschi sono generalmente più suscettibili delle femmine allo sviluppo delle malattie cardiache.
  • Peso
Il peso dell’animale influenza diversi aspetti del trattamento farmacologico, tra cui il dosaggio dei farmaci e la valutazione della risposta alla terapia diuretica.
 
ANAMNESI
La raccolta di un’anamnesi completa è importante al fine di individuare la presenza di una malattia cardiaca. Essa inoltre fornisce informazioni utili che possono consentire al clinico di differenziare i problemi cardiaci da quelli respiratori, nonché di monitorare il decorso della malattia e la risposta della terapia.
 
ESAME CLINICO
Il secondo passo nella valutazione di un paziente con una sospetta malattia cardiovascolare è costituito dall’esecuzione di un esame obiettivo completo nel quale devono essere comprese tutte quelle manovre capaci di fornire delle informazioni specifiche sull’apparato cardiovascolare.
L’esame obiettivo deve essere eseguito secondo uno schema logico e possibilmente in un’atmosfera tranquilla. L’esame deve essere ridotto nei pazienti gravemente compromessi nei quali si ritenga di dover attuare una terapia d’emergenza.
Una particolare attenzione deve essere riservata all’esame delle seguenti regioni:
  • Ispezione generale
Si devono valutare le condizioni generali di salute dell’animale, il suo aspetto e l’andatura. Si devono osservare la respirazione per identificare la presenza di dispnea, di tachipnea o di altre alterazioni.
I pazienti gravemente dispnoici sono estremamente fragili e sia l’esame obbiettivo che la terapia devono essere praticati con la massima rapidità. L’ispezione delle mucose può mettere in evidenza la presenza di cianosi o di pallore. Si devono esaminare i denti e le gengive dal momento che rappresentano delle potenziali sedi di infezioni. Un’attenzione particolare merita la presenza di turgore delle vene giugulari. Il turgore delle vene giugulari può costituire un segnale importante nelle malattie del pericardio e in quelle del cuore destro. Può essere evidenziata la presenza di un reflusso epato-giugulare osservabile dalla dilatazione delle vene giugulari determinata da una delicata pressione esercitata sul fegato. Questo reperto indica l’esistenza di uno scompenso del ventricolo destro che risulta incapace di incrementare la propria portata cardiaca quando aumenta il ritorno venoso. L’ispezione deve essere completata dall’esame degli occhi, della cute, dei linfonodi, dell’addome e dell’apparato scheletro-muscolare.
  • Palpazione

La palpazione della trachea deve essere eseguita per evidenziare condizioni anomale quali il collasso tracheale, la presenza di masse o una condizione di aumentata sensibilità.
La palpazione dell’itto cardiaco si percepisce sull’emitorace sinistro tra il quarto ed il sesto spazio intercostale.
Spostamenti dell’itto possono rilevarsi in seguito ad ingrandimento cardiaco, masse che spostano il cuore, e collasso dei lobi polmonari.
Una riduzione dell’intensità dell’itto può essere dovuta ad obesità, effusione pleurica, versamento pericardico, masse toraciche e pneumotorace.
Suoni molto intensi possono percepirsi alla palpazione come dei fremiti.
La palpazione dell’addome consente di apprezzare le dimensioni del fegato e della milza, che in seguito a congestione venosa dovuta all’insufficienza cardiaca destra, possono assumere dimensioni aumentate.
La palpazione addominale è particolarmente utile per evidenziare la presenza di ascite e per ricercare eventuali masse.
La palpazione dei polsi femorali vanno esaminati entrambi per osservare eventuali ostruzioni, frequenza ritmo e intensità.
  • Percussione
La percussione consente di determinare la presenza di masse o di falde liquide libere, specialmente nel torace.
  • Auscultazione
L’auscultazione rappresenta la tecnica diagnostica che da sola fornisce le maggiori informazioni nella valutazione dell’apparato cardiovascolare.
L’auscultazione fornisce informazioni circa la frequenza cardiaca, il ritmo e le caratteristiche del flusso ematico all’interno del cuore e dei grossi vasi. Per una corretta interpretazione dei reperti auscultatori è importante disporre di una stanza silenziosa e avere l’animale in posizione quadrupedale in modo che il cuore sia nella posizione normale.
E’ buona norma auscultare il cuore ed i polmoni in tempi separati.
L’auscultazione corretta richiede l’annotazione delle aree nelle quali i rumori cardiaci si percepiscono più intensamente ed i settori di irradiamento.

    
Articolo a cura della Clinica Veterinaria Borgarello    
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martedì 3 giugno 2014

Diagnosi di Gravidanza nella Cagna e nella Gatta Mediante Ecografia

Il metodo più sicuro per valutare lo stato di gravidanza è sicuramente l’ecografia.
Con tale ausilio è possibile valutare la vitalità e la frequenza cardiaca dei feti. Inoltre è possibile monitorarne le fasi di crescita e sviluppo.
Vediamo ora cosa si può rilevare con l’ecografia in ordine cronologico considerando come giorno “zero” quello in cui si è verificata l’ovulazione.
17-19° giorno: è visibile una vescicola anecogena (nera) circondata da una linea iperecogena (bianca) che rappresenta la parete della vescicola. Questa risulterà sempre di forma tondeggiante in tutte le sezioni.
20° giorno: il diametro della vescicola arriva a 7 mm e la lunghezza è di 15 mm.
21° giorno: è visibile l’embrione all’interno della vescicola.


eco gravidanza cagna
25-30° giorno: è il periodo ideale per approssimare il numero totale dei feti.
22-23° giorno: inizia l’attività cardiaca, ben più valutabile al 28-29° giorno. La frequenza cardiaca è di 200-250 battiti al minuto e cala in prossimità del parto.
24-25° giorno: è visibile la placenta mentre il cordone si individua tra il 28-30° giorno.
30-32° giorno: compaiono gli abbozzi degli arti.
32-34° giorno: compaiono i nuclei di ossificazione.
34-35° giorno: si individuano i primi organi addominali, ovvero lo stomaco e la vescica che appaiono come due strutture tondeggianti anecogene (nere).

34-36° giorno
: iniziano i movimenti fetali.
37-39° giorno: si ha la divisione del cuore nelle quattro camere.
37-45° giorno: si rendono visibili i reni e gli occhi.
38-39° giorno: sono visibili i polmoni dall’ecogenicità maggiore del fegato (cioè più bianchi). Mentre il fegato è ipèrecogeno in confronto al resto dell’addome (cioè più bianco).
55-61° giorno: è visibile l’intestino.
Nonostante la valutazione dello sviluppo fetale ci dia degli ottimi indici per stabilire la data del parto non sarà mai precisa. Un metodo molto valido per stadiare la gravidanza è quello del rilevamento del diametro della vescicola embrionale nella prima metà della gravidanza e il diametro biparietale del cranio nella seconda metà. Esistono infatti delle formule matematiche che a partire da queste misure portano all’individuazione dei giorni mancanti al parto.
Un ausilio diagnostico molto importante è rappresentato dalla radiologia, ma attenzione perché si può ricorrere a questa metodica solo dopo il 45° giorno di gravidanza, quando gli scheletri fetali iniziano il processo di mineralizzazione e sono quindi visibili sulla radiografia.
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E’ importante eseguire la lastra a fine gravidanza per risalire al numero esatto di feti (contando le strutture craniche e le colonne vertebrali) e per paragonare il diametro della testa fetale all’asse trasverso della pelvi materna.
Nella gatta la diagnosi di gravidanza segue lo stesso schema della cagna.
In radiografia si studiano le strutture ossee per valutare l’età fetale.
38-40° giorno: sono visibili cranio, scapola, omero, femore, vertebre e costole.
43° giorno: sono visibili tibia, fibula, ileo, ischio.
49° giorno: sono visibili metatarso e metacarpo.
52-53° giorno: sono visibili lo sterno e le dita.
56-63° giorno: sono visibili i molari.
Una volta diagnosticata la gravidanza dovremmo adottare una serie di misure perché la futura madre sia in perfetta salute al momento del parto.

Articolo a cura della Clinica Veterinaria Borgarello      
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Diagnosi di Gravidanza nella Cagna e nella Gatta: La visita Clinica

Come valutare se un accoppiamento sia andato a buon fine e che la femmina sia effettivamente gravida?
Per diagnosticare una gravidanza esistono una serie di ausili che possiamo utilizzare a partire dal 19° giorno di un ipotetico concepimento. Questi ausili comprendono: modificazioni comportamentali, modificazioni fisiche, la palpazione addominale, il dosaggio ematico (nel sangue) di alcune sostanze, l’ecografia e la radiografia.
MODIFICAZIONI COMPORTAMENTALI: la cagna può sembrare più calma e meno attiva del solito, ma questo parametro non è affidabile poichè si riscontra anche in corso di gravidanza isterica (o pseudogravidanza).
MODIFICAZIONI FISICHE: dal 25-30° giorno post-accoppiamento si verificano delle perdite vaginali mucose abbastanza caratteristiche; i capezzoli e le mammelle sono più sviluppati ma attenzione poiché anche in corso di pseudogravidanza si verifica tale fenomeno; alla 3-4° settimana di gravidanza può verificarsi una diminuzione dell’appetito; infine l’aumento di peso e delle dimensioni dell’addome sono proporzionali al numero di feti e alla taglia dell’animale.
PALPAZIONE ADDOMINALE: tra il 24-35° giorno post-ovulazione si riescono a palpare le vescicole embrionali poiché sono ben divise tra loro. Dopo questo periodo non sono più palpabili poiché confluiscono in un cordone unico. Dopo il 45° giorno quando le strutture ossee crescono si percepiscono i feti manualmente. E’ utile completare la palpazione addominale con l’auscultazione del battito fetale a fine gestazione ponendo il fonendoscopio a livello ombelicale.
ESAMI DEL SANGUE: il rilevamento di alcune sostanze nel sangue possono essere d’aiuto nella diagnosi di gravidanza.
Per esempio la relaxina, detta anche “ormone specifico della gravidanza”, viene prodotta solo ed esclusivamente dalla placenta a partire dalla 3° settimana post-concepimento. In realtà non è un indicatore assoluto poiché questa sostanza si rinviene anche nei casi di riassorbimento embrionale.
Il progesterone non è un indicatore di gravidanza poiché il suo aumento post-accoppiamento si verifica sia nel diestro non gravidico che nella pseudogravidanza.
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Anche la prolattina non varia significativamente nella gravidanza rispetto ad una situazione patologica di pseudogravidanza.
Infine esiste una sostanza che si trova normalmente nel circolo ma durante la gestazione raggiunge valori significativamente più elevati: il fibrinogeno. Questo è prodotto dal fegato materno secondo stimoli placentali e stimoli chimici indotti dalla produzione di prostaglandine e interleuchina 2. Valori elevati di fibrinogeno dopo il 28° giorno di gravidanza sembrano avere un’attendibilità del 100% per quanto riguarda la diagnosi di gravidanza nella cagna.
La valutazione del fibrinogeno risulta molto utile quando si ha a che fare con soggetti che partecipano ad esposizioni di bellezza e per i quali si vorrebbe evitare la tricotomia dell’addome necessaria per l’esecuzione dell’ecografia.
Nel prossimo articolo tratteremo della diagnosi di gravidanza tramite l’ecografia e la radiografia, metodi infallibili.
 
Articolo a cura della Clinica Veterinaria Borgarello
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